Estetiche dell’Estinzione

Claudio Kulesko

Prima Parte (già pubblicata su Droga Magazine, 16/06/2020)

L’essere umano è la creatura più tragica, giacché esso conosce abbastanza la Terra, da sapere che essa sarebbe migliore senza la sua presenza.

P.W. Zapffe

Spesso, vengo profondamente colpito dalle cover art di certi album; alcune immagini mi tormentano per giorni, altre per mesi e altre ancora per anni. È il caso di Tahoma (2011), degli Alda, e del poco conosciuto demo dei Foothill Roots, Rural (2018). Le due copertine condividono la medesima impostazione grafica e concettuale, una sorta di “formalismo” che potremmo definire “estetica dell’estinzione” ‒ espresso attraverso il concatenamento animale-ambiente-resti-umani.

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Alcune note su Insurrezione Gotica, anti-prassi ed estinzionismo attivo

Vorrei provare a mettere per iscritto alcune brevi riflessioni ‘a caldo’ su un paio di testi, uno mio e uno di Enrico Monacelli, apparsi su Not negli ultimi giorni. I due scritti in questione sono “Insurrezione Gotica” e “Aspettando l’Estinzione“.

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Contro la Natura – un breve pamphlet

 

Claudio Kulesko

 [Originariamente apparso in Alphaville – per un’Ecosofia del Futuro n.1, 11/11/2016.]

a forest

 

“Natura” è il segno che indica ciò che è stato distanziato, ciò che è abietto, oggetto d’esilio. Per definizione, ci si può riavvicinare solo a ciò che si è (o è stato) allontanato.

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Conosci te stesso: tattiche di evasione

Claudio Kulesko

peter zapffe

Peter Wessel Zapffe: The Last Messiah
The Last Messiah, del  filosofo norvegese Peter Wessel Zapffe, ha senza dubbio segnato un punto di svolta  per  il pessimismo filosofico. Tanto le argomentazioni, quanto le conclusioni messe a punto da Zapffe, colpiscono per l’estrema radicalità. Pur configurandosi come uno dei fondatori del pensiero ecologico, Zapffe si distanzia dalla militanza caratterizzante l’ecologismo profondo, individuando nella natura una componente dominante di tipo tragico: un orrore naturale, onnipervasivo, che si manifesterebbe nello stato di costante sofferenza dei viventi, nonché nella loro morte.
Per Zapffe, la coscienza umana, definita come “ipertrofica”, non sarebbe altro che un prodotto anomalo dell’evoluzione, un prodotto che, mentre favoriva l’espansione della nostra specie, contribuiva a renderci sempre più lucidi e consapevoli della carneficina che ci circonda (e alla quale prendiamo inevitabilmente parte). L’essere umano avrebbe sviluppato e messo in pratica, nel corso della sua storia evolutiva, una raffinata strategia di evasione dalla coscienza del reale, una strategia composta da quattro momenti. Questo breve scritto tenta di delineare proprio questi quattro momenti e le loro relative conclusioni.

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